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L’emergenza Covid

 

Il 2020 sarà ricordato per la comparsa del Covid-19 – o coronavirus 2 da sindrome respiratoria acuta grave, abbreviato in SARS-CoV-2 – che all’inizio dell’anno comincia a far parlare di sé e in breve sconvolge la vita di tutti.

 

Da subito Migros Ticino attiva il gruppo di crisi, che a livello nazionale collabora con le altre aziende della Comunità Migros ed è in stretto contatto con le autorità federali (Ufficio federale della sanità pubblica – UFSP) e cantonali (Stato Maggiore Cantonale di Condotta – SMCC). Queste ultime definiscono numerosi aspetti relativi alla gestione dei punti di vendita e delle merci, così come misure sanitarie a protezione di clienti e collaboratori, scrupolosamente applicate da Migros Ticino.

 

L’11 marzo l’infezione da Covid-19 viene dichiarata pandemia dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, dando così avvio in tutti i paesi a misure di intervento volte a contenerne la propagazione. In Svizzera ciò si traduce nella chiusura di numerose attività non considerate essenziali.

 

Malgrado la difficile situazione, l’azienda mantiene il suo ruolo di primo piano nell’approvvigionamento di beni di prima necessità e di uso quotidiano, mentre i suoi collaboratori danno prova di grande impegno, coraggio, disponibilità e flessibilità.

 

Da lunedì 16 marzo i ristoranti e take away, i negozi specializzati (Do it + Garden, meletronics, Micasa, Obi e SportXX), le Scuole Club e le palestre Activ Fitness rimangono chiusi su ordine delle autorità. Possono restare aperti al pubblico solo i negozi che propongono generi di prima necessità, quindi i supermercati, limitatamente agli alimentari e ai prodotti per l’igiene e la pulizia, mentre gli altri reparti devono essere resi inaccessibili alla clientela. Contemporaneamente le autorità emanano direttive di accompagnamento, tra le quali il contingentamento del numero di persone che può accedere al singolo punto vendita, l’obbligo di disinfezione dei manici di carrelli e trolley, la disponibilità di disinfettante ad uso dei clienti, la posa di segnaletica a terra per il mantenimento delle distanze e di pareti in plexiglas alle casse. Misure per garantire la sicurezza di clienti e collaboratori, che hanno richiesto importanti risorse e il ricorso a oltre cento persone aggiuntive nell’organico dei supermercati. Situazione che – unitamente alla sostituzione di assenze di persone a rischio o in quarantena – ha permesso il reintegro di collaboratori precedentemente attivi nei settori soggetti a chiusura, in particolare della gastronomia e dei mercati specializzati.

 

Sempre a marzo, il Consiglio di Stato ticinese annuncia la chiusura delle frontiere tra Ticino e Italia, con un’eccezione per i lavoratori frontalieri, e consiglia laddove possibile di promuovere il telelavoro. Scatta quello che viene definito lockdown, o confinamento, durante il quale i supermercati di Migros Ticino registrano un aumento delle vendite, da attribuire in particolare ai seguenti fattori:

  1. effetto scorta: malgrado l’approvvigionamento di beni di prima necessità sia sempre stato garantito anche sul lungo periodo, il fenomeno ha riguardato anche il Ticino. In generale si è assistito a una importante riduzione delle frequenze, compensata da un forte aumento del valore degli scontrini: i clienti fanno spesa con meno frequenza, ma acquistano di più;
  2. annullamento del fenomeno del turismo degli acquisti oltre frontiera;
  3. sempre più persone preparano i propri pasti a casa, a seguito della promozione del telelavoro e della chiusura di ristoranti e mense.

 

Il 27 aprile hanno inizio allentamenti alle misure di lockdown, con l’apertura completa dei supermercati e dei mercati specializzati dedicati al giardinaggio e fai da te, mentre l’11 maggio riaprono melectronics, Micasa e SportXX, oltre alla ristorazione, la Scuola Club e i centri Activ Fitness, pur se con molte limitazioni. Il 15 giugno 2020 la Svizzera annuncia la riapertura delle frontiere con tutti i paesi dell’Unione europea.

 

Nel corso dell’estate la situazione sul fronte della diffusione del coronavirus sembra migliorare sempre più, ciò che comporta importanti allentamenti alle misure di contenimento. L’arrivo dell’autunno porta però una nuova impennata dei contagi, che dà avvio alla seconda ondata della pandemia. Per contrastare la situazione il 18 ottobre il Consiglio federale adotta nuovi provvedimenti, tra i quali l’obbligo di indossare la mascherina nei luoghi chiusi accessibili al pubblico, limiti più restrittivi agli assembramenti e al numero di persone che possono accedere ai singoli punti vendita, mentre nei ristoranti e bar le consumazioni sono possibili soltanto da seduti e adottando delle misure di distanziamento dei tavoli. A fine ottobre le strutture per il tempo libero e lo sport non possono più effettuare lezioni in presenza. Viene nuovamente raccomandato il telelavoro.

 

A inizio novembre scatta una seconda chiusura delle frontiere con l’Italia, mentre il 22 dicembre il Consiglio federale inasprisce ulteriormente i provvedimenti, in particolare con una nuova riduzione della capienza dei negozi e con la chiusura di ristoranti e strutture per il tempo libero e lo sport.